Il giubileo di Sant’Tommaso, un giubileo già iniziato nel 2023 con il settimo centenario della canonizzazione e che si concluderà nel 2025 con l’ottavo centenario della nascita che si suppone sia avvenuta nel 1225, ha visto, vede e continuerà a vedere un affascinante proliferare di celebrazioni religiose, culturali e accademiche in onore del nostro caro San Tommaso.
Il 7 marzo scorso anche la Camera dei Deputati a Roma ha voluto onorare il grande figlio della Patria italiana. Bisogna risalire all’anno 1974 per trovare una simile fioritura di celebrazioni filotomistiche. L’anno 1974, infatti, è stato un anno eccezionale, assegnato per così dire la risurrezione del tomismo dopo le turbolenze del dopoconcilio che, giustamente, avevano messo in discussione alcune forme neotomiste del tomismo. Quindi un tomismo trasformato, purificato, rinnovato, ha cominciato a prendere forma, a uscire dalla sua crisalide. L’anno 1974 è stato segnato in particolare dalla splendida lettera Lumen Ecclesiae di Papa San Paolo VI che ricordava i valori permanenti della Dottrina e del metodo di San Tommaso, che riproponeva il dottore comune come esempio e modello. Nello stesso anno 1974 fu celebrato un imponente congresso tomistico internazionale, testimone della vitalità rinnovata del tomismo, sia a Roma che qui a Napoli. Gli atti imponenti di questo congresso occupano ancora parecchi scaffali nelle biblioteche. In quell’occasione nacque anche l’idea della Società Internazionale di San Tommaso d’Aquino, che da allora ha dato così bei frutti.
Non dubito affatto che San Tommaso sia inesauribile, però è anche vero che molto è già stato detto e pertanto il tema scelto è stato “San Tommaso d’Aquino, uomo del Mediterraneo, uomo del dialogo”. Si tratta dunque, da un lato, di evidenziare tutto quanto l’Aquinate deve al suo radicamento in un luogo particolare con la storia e cultura specifiche, perché, come sappiamo, nel buon tomismo ogni conoscenza parte dal concreto, dal singolare, dal particolare. E si tratta, dall’altra parte, dall’altro lato, di sottolineare il dinamismo costante d’apertura all’universale che anima e permea tutta l’opera tommasiana, soprattutto attraverso il dialogo, il dialogo come mezzo per raggiungere la verità sempre più grande.
Nel caso di Tommaso d’Aquino a Napoli il legame tra il particolare, il locale e l’universale è stato facilitato dal fatto che il Mediterraneo, pur rimanendo purtroppo un luogo di conflitto, è stato e rimane un luogo eccezionale per gli incontri culturali e gli scambi intellettuali. Appunto la nostra prima giornata si concentrerà sui legami tra San Tommaso d’Aquino e la città partenopea. Se la formazione spirituale ricevuto dai monaci benedettini di Monte Cassino lasciò indubbiamente un’impronta duratura nell’anima di Tommaso d’Aquino, fu invece qui a Napoli, dove era appena sorta l’università fondata da Federico II, e qui che il giovane Tommaso riceveva la prima e decisiva formazione intellettuale. A Napoli si trovò providenzialmente in prima linea nell’incontro tra il pensiero cristiano-latino in pieno sviluppo e la cultura filosofica e scientifica trasmessa dal mondo musulmano. Fu a Napoli, ricordiamoci che, ad esempio Michele Scotto tradusse in latino i commenti di Averroe. Ma Napoli fu anche il posto in cui il frate domenicano trascorse gli ultimi anni della sua vita terrena, quelli forse più documentati dai storici. Qui a Napoli predicò nella sua lingua madre, qui a Napoli visse esperienze spirituali che segnano profondamente gli ultimi anni del suo peregrinaggio terrestre. Infine, Napoli è la città dove la memoria di Sant’Tommaso è stata ampiamente conservata nel culto e nella devozione, ma anche come fermento di un pensiero capace di far luce sui problemi dei tempi. Il tomismo ha avuto a Napoli diversi momenti di gran splendore, dal Medioevo con Giovanna Regina di Napoli, fino ai nostri giorni, senza dimenticare il ruolo decisivo giocato da Napoli nella rinascita tomistica dell’Ottocento.
Nella seconda giornata, che si svolgerà venerdì presso la pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale. Si è tentato di fare il punto sui dialoghi a tutto campo condotti dall’Aquinate nel suo tempo, sia con i confratelli cristiani orientali, sia con i pensatori ebrei o musulmani.
Infine, la terza giornata di sabato vedrà come il dialogo iniziato da Tommaso continua oggi. Il pensiero dell’Aquinate, forse perché è sempre meglio conosciuto nei suoi principi, grazie agli storici che studiano il contesto storico del Medioevo, il pensiero di Tommaso restituito alla sua autenticità rimane oggi una risorsa per affrontare le sfide e i dialoghi che il pensiero cristiano deve condurre nel contesto odierno.